Il ritratto di Giuseppe Cruciani

Giuseppe Cruciani è uno speaker di
Radio24, la radio de il sole 24 ore e quindi di confindustria.

Il suddetto conduce ogni giorno a
partire dalle 18e30 una trasmissione, la zanzara.

Il format prevede il passaggio dei
telegiornali di varie emittenti, quindi il dibattimento sui fatti del
giorno tra gli ospiti telefonanti e lui. Per quanto mi riguarda la
premessa è sufficiente per prendere la trasmissione buttarla nel
cesso e tirare l’acqua, dato che come ho detto essa prende
direttamente spunto dai telegiornali.

L’evitare quello del 4 e quello del 6,
vere e proprie perle, medaglie al valore della sub informazione
italica, non aiuta certo a migliorarne la qualità.

Eppur mi capita di ascoltar la
trasmissione benché tutto ciò che riesca a trarne sia l’irritazione
che quest’uomo mi provoca. Lui e chi gli ha picchiato in mano un
megafono. Nel metodo, cioè nei modi in cui si esprime, è
sicuramente particolare. E’ saccente, arrogante, egocentrico, tratta
l’85% dei suoi interlocutori con sufficienza. E fin qui,
personalmente, a me piace pure. Peccato che tutti gli aggettivi
qualificativi di cui sopra, che solitamente lasciano presupporre
intelligenza, sicurezza in sé stessi e sagacia, sono solo fumo o
almeno questo percepisco. Il suo atteggiamento è più come un
qualcosa di costruito al fine di imporsi sugli altri. Un po’ come
chi, con l’intento di fregarti nel venderti un autoradio ti subissa
di dettagli tecnici che tu non capisci e lui neppure. Ma si innesca
una sorta di sentimento di inferiorità che poi apre le porte.
Solitamente all’inculata, tant’è che addirittura phishing e truffe
telematiche si basano proprio su questo. Ostentazione quindi del
proprio ego nelle materie umanistiche, delle proprie conoscenze in
quelle tecniche. Ma tutto ciò è solo la mia personale impressione.
Quel che davvero fa accapponare la pelle non è il modo in cui si
esprime, ma quello che dice; le sue posizioni più forti, alle quali
tiene di più e di cui sembra bizzarramente fregiarsi, sono
principalmente: il suo anti-qualunquismo, il suo garantismo, il suo
essere al di sopra delle parti politiche, il suo essere politically
scorrect. Andiamo per ordine.

-il qualunquismo:

Il nostro ne è aberrato, ma è
solamente un ruolo. Credo sia ormai sotto gli occhi di tutti l’uso
che di questa parola si fa. Essere qualunquista significa
sottolineare, esprimendo insofferenza, alcuni fenomeni che vanno dal
malcostume all’illecito, di cui il potere si macchia e che sono noti
o tollerati o sopportati o imposti alla collettività.

Del tipo: le leggi adpersonam sono
incostituzionali = sei un qualunquista.

Dopo lo tsunami, nel 2005 la
chiesa ha fatto una campagna per raccogliere fondi tramite l’otto per
mille e aiutare le popolazioni letteralmente sommerse dalla merda. Il
costo dello spot (musicato nientemeno che da Ennio Morricone) fu di 9
milioni di euro, i soldi raccolti 1 miliardo di euro, quelli devoluti
alle popolazioni colpite…. 3 milioni di euro. = sei un demagogo.

Francamente credo che 600 mila euro per pagare la trasferta negli
Stati Uniti per il columbus day alla moglie di Mastella siano
un’esagerazione = sei un populista.

Uno che non vive in Italia
penserebbe che queste parole siano elogi. E’ bene portare a
conoscenza della collettività le malefatte dei numerosi criminali in
giacca e cravatta che popolano il nostro paese, no? No. Si prende il
tono di voce più negativo di cui si è capaci e non si risponde nel
merito. Ma si affibbia un titolo al proprio interlocutore, lo si
inserisce in un contesto negativo o addirittura di sfottò, e si
conferisce un’accezione denigrante al termine in questione. Questo
atteggiamento si chiama demonizzazione ed è la più utilizzata
scappatoia per sopperire alla mancanza di argomenti. Ed è così che
oggi qualunquista quasi significa pirla, la parola è stata
trasformata. Il Fronte dell’Uomo Qualunque, partito politico dal
quale la parola deriva, ormai non c’entra più nulla.
Nell’immaginario collettivo un qualunquista è una persona che usa
fatti a caso per dare forza ad argomenti di cui non è all’altezza
culturale di parlare.

ESATTAMENTE CIO’ CHE CRUCIANI E’.

Risale solo ad una o due sere fa
l’ultima perla. L’argomento era la soglia di sbarramento al 4% circa
delle prossime elezioni europee; alcune persone ne erano indignate
perché questo rende ovviamente più difficoltosa l’espressione della
volontà di alcune minoranze, riapre la questione del voto utile e
via dicendo….. Bene, cosa ci dice Cruciani? “In Francia è del
12%, non mi pare che la gente ne sia particolarmente indignata”.
Questo è puro qualunquismo nella
sua accezione più negativa. Confrontare un singolo aspetto di due
paesi diversi al fine di promuovere, edulcorare, distruggere un certo
argomento, ignorando bellamente che tra due paesi ci passano milioni
di differenze, nelle leggi, nelle persone, nelle tradizioni, nella
cultura, nei meccanismi che ne regolano la democrazia. E’ come
pensare di poter paragonare le prestazioni di una sveglia a quelle di
una lavatrice sulla base del fatto che entrambe al loro interno
contengano una vite o un bullone. E’ semplicemente idiota.
Privatizzano le poste, ci sono perplessità? Ma niente paura, in
Giappone e in Germania le han privatizzate, che tu sappia ai
giapponesi e ai tedeschi non arriva più la posta? Alcuni esponenti
del nostro governo sono al di sopra della legge. E’ inammissibile,
solo da noi ‘ste cose!! gridiamo scandalizzati. In un istante
Giuseppe ci corregge con tracotanza (e qualunquismo). No! anche in
Spagna e Francia sono presenti nell’ordinamento differenze
procedurali per le cariche dello stato…. Sì ok, anche in Spagna e
Francia queste differenze sono state introdotte dagli avvocati
dell’indagato? Presumo di no. Il concetto di etica, di moralità è
ormai scomparso dai mass media e stanno cercando di disinstallarlo
anche dalle persone. Con il loro di qualunquismo.

-Il garantismo:

trattasi di materia delicata. Essere
garantista significa avere la pretesa che tra il compimento di un
reato e la somministrazione della pena ci sia un processo equo.
Venire accusato di qualcosa che non hai commesso da un apparato
composto da migliaia di uomini deve essere atroce. Scontare un
periodo di privazione della propria libertà per qualcosa che non hai
commesso è certamente ancor peggio. Viene spontaneo pensare: com’è
possibile non essere garantista?? Ma il nostro uomo è garantista in
una maniera del tutto diversa. Non solo perché molto probabilmente
se un innocente passasse anni di vita in galera a lui non
importerebbe un fico (ma questo è qualunquismo di quello bescero).
Lui è il tipo di garantista di cui il nostro povero paese troppo
abbonda. Il garantista dei prescritti (un prescritto è SEMPRE
colpevole, lo dice il PM Bruno Tinti nel suo bel libro Toghe Rotte,
che proprio radio24 tempo fa, in un’apparente mancanza di coerenza,
presentava lodandone i contenuti), il garantista degli amnistiati, il
garantista degli assolti perché il fatto non costituisce più reato.
In Italia abbiamo un “assolto in quanto per la sua ricchezza
potrebbe non essersene accorto”. Ce l’abbiamo a capo del governo.
Questi garantisti un qualunquista come me li chiama leccapiedi di
criminali.

-Superiorità alle parti politiche:

Questa è semplice, logica. Cruciani è
al di sopra delle parti politiche poiché chi gli paga lo stipendio è
al di sopra delle parti politiche. La fasulla dualità, l’illusione
di democrazia, di scelta, il teatrino dei partiti tutti uguali, tutti
collusi, lo lasciano a noi servi. I più stupidi dell’umanità,
quelli che pagano lo stipendio ai padroni. Cruciani è filo
governativo perché confindustria è filo governativa. Immaginate che lo stato sia un’automobile. La benzina è il lavoro degli italiani, il governo è il tizio che guida e noi colle elezione scegliamo se andare a destra o a sinistra a secondo del panorama che ci viene descritto. Bene. E’ erroneo pensare che questi individui, questi opinionisti alla Cruciani si nutrano di idee. Loro lo dicono con candore, una volta Giuseppe affermò: "quando ci sono le elezioni prendo un estratto conto attuale e uno di 5 anni prima. se il gran totale è aumentato confermo il governo col mio voto, altrimenti cambio." Quindi non ha senso domandarsi da che parte stia Cruciani, perché tornando alla metafora dell’automobile, Cruciani e i suoi colleghi altro non sono che dinamo, simili a quelle delle biciclette, degli apparati che sfruttano e trasformano il movimento del mezzo in energia. Dei parassiti. A loro non importa che la macchina vada a destra o a sinistra, a loro importa che continui a camminare. Loro sono filogovernativi. Con questo non nego certamente l’esistenza di opinionisti più nettamente schierati: basti pensare a Paolo del Debbio, se proprio abbiamo voglia di affondare in questa melma dell’umanamente disgustoso.

-Il politically scorrect:

E’ una faccenda di apparenze. Serve a
ripulirsi, serve a sembrare freschi e nuovi, slegati dai vecchi e
dagli anacronismi. Pronti al nuovo millennio, riformatori.
Solitamente lasciano intendere anche che hanno ben chiara in testa la
distinzione tra stato e chiesa, salvo poi farla rientrar dalla finestra quando la condizione lo richiede. Pronti al cambiamento, pronti
a nuovi slogan, a nuovi simboli, a nuovi colori e a nuove idee.
Pronti ad Obama. Serve a solleticare quella corda del nostro
subconscio che stranamente ci fa percepire come diverse o addirittura
nuove le stesse persone se abbinate a un simbolo nuovo, a una musica
diversa, se vicine a questo o quel giornalista, filosofo, scrittore,
opinionista in voga al momento, oppure perché hanno preso le
distanze dal vecchio alleato che impediva il vero cambiamento.
Questi sono gli uomini di confindustria. Politically
scorrect per ostentare sempre il diritto di perseguire i propri
interessi innanzitutto; al costo di sporcare indelebilmente il nostro
paese, la nostra casa, la nostra storia, la nostra bandiera con la
loro merda. E noi stiamo a guardare, gli spettatori paganti della
propria rovina.

Questo è il ritratto del servo del
potere che personalmente mi tedia maggiormente, ma dev’essere solo
una questione di pelle. Non è diverso dalla moltitudine di
mistificatori a cui affidiamo l’inestimabile tesoro della nostra
informazione, il nostro lasciapassare per il futuro. Intanto
moralizzatori di quelli che il sabato sera decidono le sorti del
nostro paese tra una fiction una riga e una marchetta, lavorano
duramente per renderci presentabile il presidente del consiglio, che
si permette di dare del coglione o del nazista a caso, comportandosi
a seconda dell’umore o da bullo di quartiere periferico o da uomo di
cosca, provocando il nostro imbarazzo e senso di inferiorità verso l’ormai quasi totalità delle nazioni del pianeta. Berlusconi a voi
giornalisti le fa sporcare le mani eh? ignorare, minimizzare,
mistificare, ingoiare certa merda e poi metterci la firma sotto, non
può esser piacevole per nessuno che abbia in sé anche il più
debole concetto di orgoglio. Ma perché non vi riprendete la vostra
dignità, perché non vi riprendete il vostro mestiere? Siete la base
della democrazia, come potete non sentirne la responsabilità?